Ho deciso di scrivere un post anzichè replicare all'interessante post di Antonella.
Sono completamente d'accordo col prof, anche a me questo post ricorda la lettera di Celli. Vorrei solo coinvogere chi ne avesse voglia in un gioco: c'è qualcuno che abbia un'idea di quello che si possa fare? I problemi che annerbano l'Italia sicuramente dovrebbero essere affrontati e risolti dall'alto, ma nel nostro piccolo quotidiano, possiamo dare un minimo contributo per migliorare la società? Piccoli gesti quotidiani (rispettare le file, cedere il posto ad anziani ecc.) o sfide difficili ma da affrontare con coraggio (educare i propri figli nel migliore dei modi o perlomeno mettercela tutta) serviranno a qualcosa? Personalmente sono scettico ma speriamo: che costa tentare?
Nella prefazione di "Malatempora" Giovanni Sartori definisce l'Italia come un paese disossato, senza vertebre, che al momento della prova non reagisce, bensì subisce. Tutti sottomessi e via dietro al più ricco, poco importa di che ricchezza si tratti o di come l'abbia fatta. E' chiaro e naturale che un padre in un contesto del genere inviti i propri figli ad andarsene verso mete dove possano essere valorizzati.
Guardare ciò che ci circonda a volte fa veramente schifo come schifo fanno certe frasi populiste del tipo "dovrebbero essere i padri come Celli ad andarsene". Fanno parte, come dice il prof, delle chiacchiere che portano solo confusione.
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