Il mio sport preferito è il rugby. Ho praticato rugby dai 10 ai 19 anni, ma solo molto più tardi sono riuscito ad apprezzare pienamente la sua bellezza.
Il rugby è uno sport duro, dove si prendono delle gran botte e la spugna imbevuta d'acqua fa miracoli di guarigione. Uscire dal campo è infatti quasi un disonore. Nel rugby i giocatori che, ripeto, di botte ne prendono a volontà non si sognano certo di simulare nè si permettono di litigare con l'arbitro: verrebbero subito sbattuti fuori.
Solo chi ha giocato conosce l'adrenalina che circola negli spogliatoi prima della partita. Poi il fischio d'inizio: comincia una battaglia dove oltre a tecnica, tattica e muscoli conta moltissimo l'abnegazione, lo spirito di squadra che ti permette di difendere il possesso di quella palla ovale con tutte le tue forze. Quando mancano pochi istanti alla fine non importa il punteggio, entrambe le squadre daranno sempre il massimo per segnare o difendere la propria area di meta. E' finita, i giocatori esausti vanno ad abbracciare gli avversari, quegli stessi avversari che poco prima hanno placcato duramente. Quindi alle docce e poi il "Terzo tempo" dove ci si rifocilla con panini e birre a volontà!
martedì 22 dicembre 2009
domenica 20 dicembre 2009
Ken
Rieccomi a parlare di cinema.
Un altro regista che apprezzo moltissimo è Ken Loach.
Il suo è un cinema diretto, a volte duro, sempre appassionato. Quelle che racconta sono spesso storie al limite come quella del sedicenne Liam di "Sweet sixteen" o dell'ex alcolista di "My name is Joe". In entrambe i due personaggi principali cercano, o meglio lottano per un futuro migliore, per una vita più umana e vanno a sbattere contro una crudeltà che gli circonda e gli sovrasta. Non sono certo due film per passare un paio d'ore in allegria, ma sicuramente non lasceranno indifferente chi decidesse di vederli.
Un altro regista che apprezzo moltissimo è Ken Loach.
Il suo è un cinema diretto, a volte duro, sempre appassionato. Quelle che racconta sono spesso storie al limite come quella del sedicenne Liam di "Sweet sixteen" o dell'ex alcolista di "My name is Joe". In entrambe i due personaggi principali cercano, o meglio lottano per un futuro migliore, per una vita più umana e vanno a sbattere contro una crudeltà che gli circonda e gli sovrasta. Non sono certo due film per passare un paio d'ore in allegria, ma sicuramente non lasceranno indifferente chi decidesse di vederli.
venerdì 18 dicembre 2009
L'ascolto
Sono un amante della discussione e in questi giorni ho trovato modo di discutere con varie persone sull'importanza dell'ascolto. Ne vengono fuori di ogni....
Un tema che, a mio avviso, meriterebbe come l'ascolto momenti di riflessione è il rispetto e scrivo questo perchè parlando dell'ascolto ho rischiato di non rispettare il mio interlocutore.
Troppo spesso si giustifica (o perlomeno si spiega) il fatto di non ascoltare o ascoltare male chicchessia con frasi fatte quali "La frenesia del mondo contemporaneo"; "La necessità di adeguarsi ai tempi" ecc. ecc..
Vorrei quindi provare a dissipare un malinteso piuttosto comune: anche parlando nei termini più materialisti e pratici possibili ascoltare è importante, ascoltare con attenzione non fa perdere tempo, lo fa guadagnare.
Se per il più becero dei fraintendimenti sacrifichiamo l'ascoltare in nome dell'agire o comunque della fretta ci troveremo a far danni, danni che dovranno essere poi riparati perdendo molto più di quel tempo che pensavamo di risparmiare.
Mi rendo conto che ascoltare e farlo bene è tutt'altro che semplice, comporta impegno, ma se ci riusciamo ne usciremo sempre gratificati.
Detto questo vorrei scusarmi con tutte le persone che mi sia capitato di non ascoltare.
sabato 5 dicembre 2009
Delicious
Riesco davvero a combinare qualcosa!!! Sto cominciando a prenderci gusto, mi capita addirittura che mia moglie mi richiami all'ordine (bambini che girano da soli per la casa) mentre sono assorto nelle mie "peregrinazioni". Delicious è geniale come tante cose di cui, per pigrizia, non conoscevo l'esistenza!!! Il mio link è:
http://delicious.com/massimopuggelli
http://delicious.com/massimopuggelli
venerdì 4 dicembre 2009
Le invasioni barbariche
Finalmente trovo un attimo libero! Vorrei approfittarne per contininuare a parlare di cinema. Un altro film che mi è piaciuto particolarmente è "Le invasioni barbariche" di Denys Arcand. E' il seguito ideale de "il declino dell'impero americano film del 1986 dello stesso regista. Molte e, a mio avviso interessanti, le tematiche trattate: dalle incertezze di inizio secolo all'eutanasia, dal bilancio della propria vita al rapporto padre figlio. Prendendo in considerazione quest'ultima è un film che ci fa pensare e rendere conto che le ragioni spesso non stanno da una parte sola e che gli attriti si possono e si devono smussare. Non anticipo niente della trama, buona visione!
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