domenica 20 dicembre 2009

Ken

Rieccomi a parlare di cinema.
Un altro regista che apprezzo moltissimo è Ken Loach.
Il suo è un cinema diretto, a volte duro, sempre appassionato. Quelle che racconta sono spesso storie al limite come quella del sedicenne Liam di "Sweet sixteen" o dell'ex alcolista di "My name is Joe". In entrambe i due personaggi principali cercano, o meglio lottano per un futuro migliore, per una vita più umana e vanno a sbattere contro una crudeltà che gli circonda e gli sovrasta. Non sono certo due film per passare un paio d'ore in allegria, ma sicuramente non lasceranno indifferente chi decidesse di vederli.


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